Ho aggiornato il contenuto della pagina il 11 Marzo 2020

Nel 1999 volevo fare il critico d’arte, vagavo per gallerie e vernissage, mi persi letteralmente nella mia prima Biennale di Venezia, scrivevo solo di arte.

In quell’anno due ragazzi della provincia di Avellino mi folgorarono con il loro piccolo universo di cartapesta e la loro estetica povera: Emiliano Perino e Luca Vele, per tutti Perino&Vele. Ebbene, ieri sera, li ho rincontrati dopo vent’anni. Sono ancora ragazzi, sono ancora semplici e sani come vent’anni fa, nonostante il successo e la ribalta internazionale. E sono tra i protagonisti del nuovo calendario di Salvio Parisi “ArtiStatus” che, alla sua settima edizione, questa volta ha messo insieme sei chef e sei artisti per raccontare  i dodici mesi del 2020 che verrà. E sempre ieri sera,  ho avuto il privilegio di presentare la serata e, raccontando il nuovo progetto di Salvio a circa trecento ospiti, mi sono ricordata la mia prima vita (perché la fortuna è poterne avere tante e reinventarsi ogni volta), quando lavoravo in galleria con Dina Carola e scrivevo per riviste d’arte anche prestigiose.

Perino&Vele

Ma torniamo a Salvio Parisi e al suo calendario. Nelle sue foto ha saputo matchare come pochi altri cucina, arte e moda. Perché il cuoco è un artista, si sa. E l’artista emoziona come può fare anche un bravo chef. Questione di sensi, di comunicazione empatica.

I ritratti di Salvio giocano con le identità di ciascuno, con le affinità elettive che ha saputo cogliere tra segni, icone e colori. E allora ci sta che la pizza di Gino Sorbillo, cibo di strada per antonomasia, si sposi con l’arte pop, colorata, ironica, dissacrante di Roxy in the Box, artista e scugnizza partenopea. Bellissimo il ritratto dello chef ischitano Francesco Agnese che sul volto porta il segno iconico dello street-artist Jorit Agoch, l’ «human tribe», il tratto guerriero rosso carminio che è la sua firma inequivocabile.

L’artista Jorit

I sei cuochi ritratti sono Amelia Falco, Alois Vanlangenaeker del San Pietro di Positano, Gino Sorbillo, Angelo Carannante del Caracol di da Capo Miseno, Mario Di Costanzo maestro pasticciere con l’arte tra le dita, Francesco Agnese. Tutti lontano dai fornelli, vestiti di tutto punto, un po’ dandy, austeri, persino solenni. Fanno da contraltare i ritratti dei sei artisti: Diego Cibelli, Sergio Fermariello in smoking e camicia vintage, Roxy In The Box, Perino & Vele, Mariangela Levita e Jorit Agoch nascosto da una coperta militare e rigorosamente nel suo work outfit. A fare da quinta e scenario il chiostro di Santa Caterina a Formiello, Made in Cloister, spazio ritrovato, capolavoro cinquecentesco tornato a nuova vita per raccontare nuove storie. Come questa.