Ho aggiornato il contenuto della pagina il 2 Settembre 2021

Era un desiderio che coltivavo da qualche anno: un luogo, una montagna, anzi tre. Le Tre Cime di Lavaredo, un capolavoro della natura. Le avevo viste solo da lontano, anni fa, quando ero passata per la Val Fiscalina. Tre monoliti di roccia, solitari e totemici. Un magnifico monumento scolpito dal vento, dall’acqua e dal tempo. Tre obelischi che sfiorano i 3000 metri.  

Non è difficile arrivarci, l’escursione è anzi adatta a tutti, anche ai bambini.

Io ci sono arrivata da Dobbiaco, dal lato dunque dell’Alto Adige. Perchè le Tre Cime sono al confine (e sono contese) tra Veneto e Alto Adige.

In auto abbiamo percorso la Valle di Landro, bellissima incuneata tra le montagne, verde di boschi e ricca di acqua. Poco prima del lago di Misurina, sulla sinistra si imbocca la strada (con pedaggio) che porta al rifugio Auronzo, base di partenza per l’escursione. Si può parcheggiare però anche al Lago di Misurina e prendere il bus di linea che porta in cima (ticket di 4 euro).

Il Rifugio Auronzo è a quota 2330 metri. Siamo alla base delle tre Cime. Maestose è dir poco. Lo spettacolo è immenso, dilata lo sguardo, il cuore e il respiro: davanti a noi si stagliano montagne che sembrano disegnate, guglie e pinnacoli. Sono il Teston Rudo (2737 m), la Croda dei Rondoi (2800 m), la Torre dei Scarperi (2687 m), il Monte Mattina (2464 m), la Torre Toblino (2617 m) ed il Sasso di Sesto (2539 m). Ed ancora, il Monte Paterno (2744 m) e la Croda Passaporto (2701 m).

Oltre i 2000 metri è sempre tutta un’altra storia.

 

Il sentiero che percorre il versante meridionale delle Tre Cime è il 101, facile e senza particolare dislivello. Prima della partenza un cartello ci ricorda che su questa linea di confine, oggi percorsa da migliaia di alpinisti ed escursionisti di tutto il mondo, si è combattuto in condizioni estreme tra il 1915-1918. Era uno dei fronti della prima Guerra mondiale. Tra il Monte Paterno-Forcella Lavaredo-Tre Cime-Forcella Col di Mezzo correva il confine tra Austria e Italia.

A metà del percorso la Cappella Alpina e, sulla destra, sui piani verdi di Misurina, il Monumento ai Caduti ricordano le battaglie tra gli austriaci e gli Alpini italiani.

Si prosegue dritti fino al Rifugio Lavaredo (2344 m), la sosta è sempre piacevole. Da qui si può imboccare la via per la Forcella Lavaredo (circa 150 metri di dislivello) o proseguire dritti per un sentiero più lungo e meno ispido. Noi abbiamo optato per la Forcella. In cima bisogna sempre arrivare con fatica e fiato corto. Non c’è gusto altrimenti.

In cima alla Forcella è una meraviglia. Siamo a 2454 m e si spalanca la vista sul versante nord delle Tre Cime. Eccole qui in tutta la loro bellezza: la Cima Grande, la Cima Ovest e la Cima Piccola (che comprende le due punte minori di Punta di Frida e Cima Piccolissima). La Grande è quella al centro ed è la più alta, 2999 metri. La Cima Ovest tocca i 2973 metri e la Piccola 2857 metri.

Ai piedi della Cima Piccola c’è una targa in bronzo che ricorda la salita di Karol Wojtyla, Papa Giovanni Paolo II, nel luglio del 1996, e un suo monito che da sempre mi accompagna: “Non abbiate paura”.

 

Il luogo invita alla sosta per fare le foto di rito e il pieno di bellezza. La montagna è cura. È pensiero felice per me.

Il sentiero 101 prosegue per il Rifugio Locatelli (2438 m) e volendo ancora oltre per fare il periplo delle Tre cime. Il percorso ad anello è lungo 9,5 km e si impiegano circa 4 ore. Con Nina al seguito, che ormai ha quasi sette anni, non era il caso.

Siamo tornati indietro per la stessa strada con sosta sui prati intorno al rifugio Lavaredo. Tra mucche al pascolo e gioia infinita.

 

Escursione fatta il 27 agosto 2021