Ho aggiornato il contenuto della pagina il 10 Settembre 2023

Nel fitto del bosco di Monte Maggiore si dipana un sentiero antico che si arrampica sino a quota 1000. Un tempo era percorso da monaci e carbonai, oggi da cacciatori locali e qualche escursionista.

Chicca Battista, Guida Ambientale ed Escursionistica, attenta, preparata e appassionata, ha guidato i nostri passi. ll territorio è quello del Medio Volturno, l’Alto Casertano di piccoli comuni come Formicola, Pontelatone, Rocchetta e Croce. Un territorio verde di lecci, querce e faggi. Il Monte Maggiore è la cima più alta (1036 metri) dei Monti Trebulani.

Il sentiero è poco segnalato: da Formicola si prosegue lungo la strada provinciale 270 in direzione di Rocchetta e Croce, dopo circa 7 km, lo si trova sulla destra. Lasciamo l’auto per strada e ci inoltriamo nella boscaglia. Il percorso è sempre in salita. Tracce di cinghiali e volpi, la voce della Ghiandaia, una piuma di Barbagianni e un vento leggero tra le fronde accompagnano il nostro passo. Non ci sono i segnali del CAI, ma un segno rosso e giallo delle associazioni del luogo.

Siamo diretti all’Eremo di Fradejanne, la nostra prima tappa: circa tre km e un dislivello di almeno 400 metri. Frate Giovanni, detto Fradejanne, intorno al 1300, costruì questa piccola cappella per i carbonai della montagna: imbiancata a calce, svela una minuscola navata con il soffitto tinteggiato di azzurro, un altare e varie immagini della Madonna, qualche ex voto e un crocifisso. Dall’alto si domina tutta la vallata con l’abitato di Pietramelara.
Ricalcando lo stesso sentiero si ritorna al bivio che indica la direzione per l’Eremo di San Salvatore, circa 1 km separa i due luoghi di culto. Camminiamo in silenzio, come un tempo facevano i monaci. Solo il rumore dei nostri passi tra le foglie e le voci del bosco.

L’arrivo all’Eremo di San Salvatore è emozionante: il piccolo monastero, costruito negli anni intorno al Mille, appare nascosto, protetto tra imponenti blocchi di pietra calcarea a 857 metri di altezza. In realtà è sospeso per tre lati sul vuoto e l’unico varco d’accesso è questo passaggio sul lato occidentale. E’ un piccolo monastero arroccato, anch’esso imbiancato a calce, con un campanile a vela, un pozzo, una chiesa e un ipogeo segreto – che ci mostra la nostra guida – dove si conservano ancora in una teca alcuni teschi e ossa. Un luogo di silenzio e raccoglimento, mistico nella sua semplicità.

All’esterno si vedono i resti di un muro di cinta, il monastero era armato con sistemi di difesa per proteggere la comunità monastica. Oggi è meta di pellegrinaggi, il 1 maggio si sale in processione.
Il percorso prosegue in discesa verso il paese fantasma di Croce, merita però prima una deviazione: il sentiero per la Grotta di San Michele Arcangelo, una grande cavità carsica con una piccola statua del santo. All’esterno si vedono i segni di un affresco, ahimè trafugato.  

Percorso ad anello, 6 km circa. Difficoltà media. Dislivello 400 metri. Scarpe da trekking necessarie.

Chicca Battista la trovate su Instagram al nome @stradamarecielo