Ho aggiornato il contenuto della pagina il 9 Ottobre 2024
Si chiama la Piana delle Pesche ma andrebbe chiamata la Piana dei grandi faggi. Di pesche non c’è alcuna traccia, siamo a mille metri, sul fianco del Monte Erbano, nel parco nazionale del Matese, tra Campania e Molise.
Il territorio è quello di Gioia Sannitica, piccolo borgo di 3000 anime, della provincia di Caserta. Dalla frazione di Curti inizia la strada che porta in cima all’altopiano: c’è una segnaletica che indica proprio Piana delle Pesche. La strada è stretta e con una bella pendenza, si arrampica per circa 5 chilometri tra curve e tornanti nel folto di un bosco di castagni e faggi, fino ad arrivare ad un ampio pianoro verde con animali al pascolo e un grande caseggiato agricolo, forse una stalla.
Si lascia qui l’auto e si prosegue a piedi lungo un sentiero sterrato che si inoltra nel bosco: è una passeggiata semplice, senza particolari difficoltà, ma poco segnalata. Dopo circa due km in lieve pendenza si arriva ad un altro pianoro, ecco la Piana delle Pesche.
Il colpo d’occhio è da incanto: al centro c’è un piccolo lago, intorno prati verdi e faggi monumentali. Mandrie di bovini al pascolo, un gregge di pecore con il loro pastore Giuseppe e talvolta anche cavalli bradi.
Il laghetto è in realtà un avvallamento che si riempie di acqua piovana e di acqua che proviene dallo scioglimento delle nevi, i locali lo chiamano ‘u sugliu.
È il posto ideale per stendere una coperta e fare un picnic, lontano da tutto, in un abbraccio di alberi e cielo. Il silenzio è rotto solo dal suono dei campanacci delle mucche.
Oltre il laghetto, camminando sempre sul lato sinistro, il sentiero prosegue entrando nel territorio di Cusano Mutri, si procede tra pianori e bosco e un bel panorama sulla valle sottostante.
Ci sono stata tre volte negli ultimi anni e sempre in autunno, tra ottobre e novembre: è la stagione più bella, il foliage ammanta tutto di rosso e arancio, le piogge riempiono ‘u sugliu e gli animali scendono ad abbeverarsi.
Alla piana incontrerete Giuseppe, 73 anni, pastore con il suo gregge di pecore e il suo fidato Bobbino, un meticcio nero che cammina accanto a lui. È un piacevole conversatore, fermatevi a scambiare due chiacchiere, Giuseppe ricambia con un pezzo di pecorino. Non è raro incontrare di buon mattino i cavatori di tartufo, a me è capitato una volta. E me ne sono tornata a casa felice con una pepita nera in dono.
Info utili:
In cima alla piana non c’è segnale telefonico. È bene portare acqua con sé e indossare scarpe da trekking.
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