Ho aggiornato il contenuto della pagina il 4 Febbraio 2024
Ci sono posti che bisogna vedere almeno una volta nella vita e uno di questi è la Baia di Ieranto a Nerano, in Penisola sorrentina. Un concentrato di bellezza rara tra paesaggio, natura incontaminata e tracce di un passato antico e di un altro più recente.
La Baia è un bene del Fondo Ambiente Italiano a cui fu donata nel 1987 per preservarla da speculazione edilizia e degrado. Il sentiero per arrivarci è di circa 6km con un dislivello che non supera i 150 metri, a tratti più impervio e roccioso.
La bellezza va conquistata.
Lasciata la piazzetta del borgo di Nerano (fermatevi al piccolo bar di Franco Cioffi – poeta, filosofo e artista – per un tuffo nel passato) si imbocca il sentiero indicato come via Ieranto. È ben segnalato. Poco dopo sulla destra appare il punto informativo Fai. L’ingresso è libero, i cani sono benvenuti. Il primo tratto, leggermente in pendenza, si inoltra in una boscaglia, poco dopo sulla sinistra si apre la vista sul mare e la spiaggia di Marina del Cantone. Si prosegue tra costa e mare, scenari di una bellezza maestosa. Terrazzamenti di ulivi e macchia mediterranea. La casa rosa che si incontra sulla sinistra, fu la dimora dello scrittore Norman Douglas. In alto si legge a grandi lettere SILENTIUM. Un meraviglioso silenzio accompagna il passo.
![](https://i0.wp.com/www.donatellabernabo.it/wp-content/uploads/2024/02/IMG_5278.jpeg?resize=768%2C1024&ssl=1)
![](https://i0.wp.com/www.donatellabernabo.it/wp-content/uploads/2024/02/IMG_5277.jpeg?resize=768%2C1024&ssl=1)
![](https://i0.wp.com/www.donatellabernabo.it/wp-content/uploads/2024/02/IMG_5282.jpeg?resize=768%2C1024&ssl=1)
![](https://i0.wp.com/www.donatellabernabo.it/wp-content/uploads/2024/02/IMG_5280.jpeg?resize=768%2C1024&ssl=1)
Poco più avanti, in un’ansa rocciosa, c’è un’edicola votiva dedicata alla Madonna. Da qui il sentiero diventa più selvaggio, serpeggia tra massi rocciosi e prosegue verso ovest, tra muretti a secco e vegetazione fitta che si fa via via più rada.
![](https://i0.wp.com/www.donatellabernabo.it/wp-content/uploads/2024/02/IMG_5323.jpeg?resize=768%2C1024&ssl=1)
![](https://i0.wp.com/www.donatellabernabo.it/wp-content/uploads/2024/02/IMG_5298.jpeg?resize=768%2C1024&ssl=1)
![](https://i0.wp.com/www.donatellabernabo.it/wp-content/uploads/2024/02/IMG_5321.jpeg?resize=1024%2C768&ssl=1)
Dopo circa 40 minuti si apre davanti agli occhi uno scenario di una bellezza struggente: sulla destra i crinali brulli di monte San Costanzo, in fondo si intravede la torre e il faro di Punta Campanella. Davanti ecco Capri e gli iconici Faraglioni. Sulla sinistra Punta Penna e la Torre di Montalto. La baia di Ieranto è davanti a noi. Il passo rallenta, cede tempo allo sguardo.
Eccola qui la baia delle Sirene che incantarono Ulisse.
![](https://i0.wp.com/www.donatellabernabo.it/wp-content/uploads/2024/02/IMG_5287-1.jpeg?resize=768%2C1024&ssl=1)
Comincia la discesa. La segnaletica indica due opzioni: sulla destra la scalinata, un tempo usata dai minatori, un po’ malconcia, diritta e ripida verso il mare. A sinistra il sentiero che conduce alla casa colonica in pietra dove c’è Salvatore “guardiano” del FAI e custode di tanta meraviglia. La terrazza spalancata davanti a Capri è pura poesia, due sedie impagliate e una sdraio. Qui mi piace fermarmi ogni volta che vengo.
![](https://i0.wp.com/www.donatellabernabo.it/wp-content/uploads/2024/02/IMG_4875-1.jpeg?resize=1024%2C837&ssl=1)
Salvatore coltiva carciofi, si occupa degli ulivi, fa l’olio che si può comprare per sostenere le attività del Fai. E qualche volta capita che ti offre il caffe, fatto alla maniera locale, con la buccia di limone.
![](https://i0.wp.com/www.donatellabernabo.it/wp-content/uploads/2024/02/IMG_5303-1.jpeg?resize=768%2C1024&ssl=1)
![](https://i0.wp.com/www.donatellabernabo.it/wp-content/uploads/2024/02/IMG_3332.jpeg?resize=819%2C1024&ssl=1)
![](https://i0.wp.com/www.donatellabernabo.it/wp-content/uploads/2024/02/IMG_2164.jpeg?resize=768%2C1024&ssl=1)
![](https://i0.wp.com/www.donatellabernabo.it/wp-content/uploads/2024/02/IMG_2166.jpeg?resize=768%2C1024&ssl=1)
Si scende ancora verso il mare tra i tipici pergolati di limoni, con pali di castagno e reti neri. I resti dell’ insediamento industriale di inizio Novecento per l’estrazione della calce sono ben visibili. La cava di Ieranto passò all’Ilva nel 1918 e proseguì la sua attività fino al 1952. Nel 1986 l’Ilva, ultima società proprietaria, donò al Fondo Ambiente Italiano l’intero comprensorio di 47 ettari.
La piccola insenatura ha ciottoli chiari e acqua cristallina. L’intera baia è riserva naturale e area marina protetta. Si fa il bagno guardando Capri e magari cercando le mitiche sirene. Chi vuole attende il tramonto. Dimenticavo, Ieranto deriva dal greco Ieros e significa luogo sacro. La sensazione di pace che regala questo posto ha davvero qualcosa di sacro.
![](https://i0.wp.com/www.donatellabernabo.it/wp-content/uploads/2024/02/IMG_5318.jpeg?resize=768%2C1024&ssl=1)
![](https://i0.wp.com/www.donatellabernabo.it/wp-content/uploads/2024/02/IMG_5306.jpeg?resize=768%2C1024&ssl=1)
INFO UTILI
- Lunghezza sentiero: 6 km
- Difficoltà: media.
- Esposizione: Sud-ovest, pieno sole.
- Tempo di percorrenza: circa 3 ore tra andata e ritorno, senza calcolare il tempo di sosta in spiaggia.
- Nella casa FAI c’è un bagno. Non ci sono però bar o punti ristoro.
- Segnale telefonico scarso
- Consigliati: scarpe da trekking, zaino, cappello per il sole e riserva d’acqua.
- L’auto si lascia poco prima dell’arrivo al borgo di Nerano, c’è una area parcheggio non molto grande.
Leggi anche qui il mio articolo per DOVE su arrampicate e trekking in Costa d’Amalfi
Lascia un commento