Ho aggiornato il contenuto della pagina il 11 Agosto 2022

Da Orgosolo a Monte Novo San Giovanni in sella ad un quad per esplorare la natura incontaminata del Supramonte.

Orgosolo è il cuore della Barbagia, a 600 metri di altitudine sulle pendici del monte Lisorgoni, propaggine del massiccio del Gennargentu: un paesone di 4mila abitanti e più di 150 murales che colorano le case del centro storico, le strade e le facciate di nuovi edifici. In tanti arrivano quassù per vedere e fotografare questi dipinti a cielo aperto che narrano di lotte popolari e tradizioni pastorali, di dissenso e giustizia sociale, di cultura e vita quotidiana, tra sogno e denuncia.

Ma Orgosolo è anche base di partenza per esplorare la natura incontaminata del Supramonte, “il vero Supramonte”, come tengono a precisare gli abitanti del posto. Queste montagne impervie e selvagge, per secoli rifugio di banditi e pastori, regalano paesaggi di una bellezza inaspettata: pascoli, foreste centenarie, pinnacoli rocciosi, grotte, anfratti, la profonda Gola di Gorropu (Leggi qui) e falesie dove nidifica l’aquila reale.

Ci sono sentieri da percorre a piedi, ma anche in mountain bike, e sono tante le piccole associazioni locali che organizzano trekking e tour guidati. Io ho scelto SupraQuad di Matteo Basile, che ha messo su la sua piccola impresa turistica nel garage vicino casa, nel centro di Orgosolo: 4 quad e tanta voglia di far conoscere questo angolo meraviglioso di Sardegna.

Partiamo in sella al nostro quad alle 15.30 circa, sotto un sole cocente di luglio, destinazione Monte Novo San Giovanni, 1306 metri.

La strada è la provinciale 48, i primi 8 km di asfalto ci portano, tornante dopo tornante, in un paesaggio che evoca film western. Tornano in mente le musiche di Morricone. Incontriamo solo mandrie placidamente al pascolo, mucche, cavalli e muli. Lecci maestosi e quercete, silenzio e spazi immensi.

Il torrione calcareo di Monte Novo San Giovanni si staglia davanti agli occhi, è la nostra meta. Si innalza imponente, solitario, sull’altopiano con guglie alte fino a 70 metri. Un monumento naturale, a guardarlo da lontano appare quasi come un bastione, dalla forma regolare.

Inizia lo sterrato, il quad si inoltra nel folto del bosco fino a raggiungere la Caserma forestale di Montes dell’agenzia Forestas, che è considerata la base per le escursioni per chi ci arriva in auto (da Orgosolo alla Caserma sono 15km).

Si prosegue ancora in salita fino alla sorgente naturale di Funtana Bona, che dà origine al fiume Cedrino, dove ci fermiamo per riempire le borracce di un’acqua fredda e buonissima.

Ancora poche centinaia di metri e siamo alla base di Monte Novo San Giovanni, Santu Juvanne, come lo chiamano qui.

Si lascia il quad e prosegue a piedi. Il sentiero è semplice e ben battuto, l’ultimo tratto è una scalinata ricavata nella roccia che sembra infilarsi tra i pinnacoli calcarei.

Arrivare in cima è un’emozione. Si spalanca un panorama immenso che gira tutto intorno: ai nostri piedi di estende la sterminata foresta di Montes e poco più lontano la lecceta primaria di sas Baddes, una delle più antiche d’Europa.

Lo sguardo si dilata e anche il cuore: ecco la Sardegna selvaggia, il massiccio del Gennargentu, il Supramonte di Orgosolo e di Urzulei, il monte Corrasi e la gola di Gorropu, poi fino al mare, sulla costa della Baronìa. Un saliscendi di cime aspre, manti verdi e depressioni a perdita d’occhio.

Ci sono due capanni di legno, uno è regolarmente usato come vedetta per gli incendi. Matteo ci racconta che tra queste spaccature calcaree crescono specie endemiche rare, come il ribes sardorum, e che non è raro vedere volteggiare aquile, corvi imperiali e falchi pellegrini.