Ho aggiornato il contenuto della pagina il 29 Agosto 2019

C’ero stata dieci anni fa. E temevo il peggio. Invece Folegandros è rimasta pressoché intatta. Una scheggia aspra in mezzo all’Egeo: crinali rocciosi e sferzati dal vento, terrazzamenti brulli, muri a secco, chiesette imbiancate a calce e asini solitari. Un solo nastro di asfalto che percorre l’isola da sud a nord, poche spiagge, selvagge e raggiungibili solo a piedi o via mare. Una Chora che è tra le più belle delle Cicladi, un porto e un villaggio rurale, Ano Maria, con un paio di taverne e un supermarket. Tutto qui. Per molti può essere un’isola decisamente inospitale, per me è la Grecia bella che resiste. E dove si cammina. Non voglio dilungarmi, trovate in rete molte informazioni per raggiungere e dormire a Folegandros,  mi limito però a darvi qualche dritta e la mia personale lista delle cose da non perdere.

1) Mettete in valigia scarpe comode per camminare. L’isola è percorsa da antiche mulattiere e sentieri che sono stati tracciati. Trovate una mappa dei sentieri (10 in tutto) ben fatta sotto i resti di un antico mulino nel villaggio di Ano Maria, di fronte al piccolo super market dove si comprano il miele locale, le “fava” il legume tipico che viene servito in tutte le taverne, e le olive nere. Da qui il sentiero n°5 (un’ora circa di cammino) porta alla spiaggia di Livadaki, per me la più bella dell’isola, conficcata in una sorta di calanco: solitaria e isolata, di sassi, con poche tamerici per ripararsi dal sole

2) La Chora di Folegandros è tra le più belle che ho visto: piccola, raccolta, ancora molto vera (sono arrivati anche qui i negozietti un po’ chic e quelli più bruttini di chincaglierie, ma sono ancora davvero pochi). Di sera si animano le tante taverne che popolano le piazzette. Tavoli e seggiole di legno, buona cucina greca e ouzo nei bicchieri. L’indirizzo del cuore: Ouzeri To Goupi. Si riconosce dalle sedie verdi. Meno di dieci tavoli, cucina e gestione casalinga, fresca e tutta al momento. Si fa la fila se non arrivate per le 19.30.

3) Il Castro nella parte alta della Chora è l’insediamento più antico, del 1200 circa. Resta appartato e silenzioso. Inoltratevi tra le stradine lastricate di bianco e i passaggi stretti costruiti tra le case abitate per lo più dai locali. Appena fuori al Castro c’è il Bar del Castro dove ci trovate solo i greci, dai più anziani ai giovani.

4) La spiaggia di Ambeli a Sud Ovest si raggiunge in auto o motorino percorrendo uno sterrato che si imbocca da Imerovigli. Insenatura piccola, spiaggia di sassi minuscola, qualche roccia piatta per stendersi. Belli i fondali con scogli affioranti e piscine naturali. Maschera e boccaglio non devono mancare in valigia. È posto per spiriti solitari. E per chi vuole godersi il tramonto in spiaggia.

5) La spiaggia di Nikolaos, sul versante sud, si raggiunge a piedi o con il servizio barca da Agali. Le tamerici offrono ombra. E c’è una piccola taverna ora proprio sulla spiaggia. Una manciata di scale porta invece al ristorante Papalagi che ha una bella vista sulla baia: dieci anni fa era una taverna spartana e bellissima. Ora è diventato un ristorante che vuole scimmiottare Mykonos: tavoli e sedie di moderno design, tutto bianco, una boutique al centro del ristorante, musica commerciale in sottofondo e orribili menu di plastica. Dicono che si mangi un buon pescato. Io ho preso giusto un paio di antipasti tipici greci e non sono stati un granché e poi tutto questo cambiamento non mi è piaciuto. Ho preferito la semplicità della taverna sulla spiaggia: sedie e tavoli di legno e cucina autentica.

6) Il tramonto dalla Chiesa di Panagia è stata la grande emozione di questo mio ritorno a Folegandros. La Chiesa di Panagia è nella parte più alta dell’isola e con la sua mole bianca e la strada imbiancata a calce che serpeggia sulla montagna, visibile da tutta la Chora, è il simbolo stesso di Folegandros. Saliteci al tramonto. È una sorta di pellegrinaggio laico, un rito. Si sale fino in cima (circa 15 minuti a piedi) e ci si siede sui muretti, sulle rocce a strapiombo sul mare ad aspettare il sole che scompare dietro l’orizzonte. Siamo quasi a 400 metri di altezza. E si vede tutta l’isola, la costa nord e quella sud, persino l’ansa del porto. Lo strapiombo è da vertigini. La Chiesa di Panagia dedicata alla Vergine Maria è aperta tutte le sere dalle 18 alle 21 ed è da vedere. Fu costruita sui resti di un tempio antico. Dentro c’è un’icona della Vergine che si dice essere miracolosa.

7) Io ho una fissa con i fari. Mi piace il loro resistere ad ogni forma di tempesta e solitudine. E per questo nella mia lista metto il sentiero per il Faro di Aspropounta: dalla Spiaggia di Livadaki, venti minuti di cammino su per il crinale roccioso, cespugli di cardo, profumi di liquirizia, vento e sole, paesaggi che dilatano sguardo e cuore. Il faro è stato costruito nel 1919, è alto 11 metri e svetta su uno sperone roccioso a 58 metri dal mare. Dal 1986 è disabitato e alimentato a pannelli solari, la lanterna è visibile per 17 miglia.

8) Il bar Pounta è nella piazzetta più in alto della Chora. Ha un giardino alle spalle, ma è bello stare ai tavoli in piazza. Ce ne sono quattro o cinque. Qui si viene per la prima colazione, per un caffè e una partita di backgammon, per spizzicare qualcosa all’ora di pranzo. Ma io lo suggerisco per l’aperitivo. Fanno un ottimo gin tonic e le migliori zucchine balls di Folegandros. Ordinate anche fava, piatto di formaggi e patè di olive. Per l’after dinner c’è un altro indirizzo se amate bere bene: si chiama Beez ed è un cocktail bar in uno dei vicoletti della Chora. Grande selezione di Gin, bella musica e habitué dell’isola (non si spende poco).

9) La spiaggia di Ketargo si raggiunge con 40 minuti di cammino o con una comoda barca dal porto. È una mezzaluna di ciottoli bianchi, mare azzurro. Al centro c’è uno scoglio che visto dall’alto sembra una balena. Non c’è ombra, né taverne. Da una parte le correnti sono forti e possono essere pericolose. Bisogna andarci quando non c’è risacca per apprezzarla al meglio. Ma, per me, la più bella dell’isola resta Livadaki (nelle foto qui sotto).

10) Gli asini di Folegandros come i polpi lasciati al vento ad asciugare sono parte dell’isola. Li trovate a volte immobili nel vento in mezzo al nulla. Potete incontrarli per strada, bardati di tutto punto, sui sentieri a fare il proprio lavoro. A me è capitato di vederli anche camminare nella Chora.