Ho aggiornato il contenuto della pagina il 6 Dicembre 2022
Architettura pura, design e rigore nel caos di via Toledo. Benvenuti a Luminist, il Cafè bistrot di Giuseppe Iannotti all’interno di Gallerie d’Italia, la nuova sede museale di Intesa Sanpaolo a Napoli (10.000 mq di opere d’arte su tre piani).
Al civico 177 di via Toledo, l’edificio è il monumentale e severo palazzo realizzato da Marcello Piacentini per il Banco di Napoli alla fine degli anni Trenta e ridisegnato oggi negli interni da Michele De Lucchi, architetto e designer fondatore di AMDL Circle. Il Cafè e bistrot è al piano terra, con accesso direttamente dalla strada, sulla sinistra dell’ingresso principale. È aperto a tutti e non solo a chi visita il museo. Lo spazio è una lunga galleria che culmina con la grande cucina a vista: una scatola di vetro dove si muove la numerosa brigata di chef Iannotti, due stelle Michelin a Telese con il suo Kresios.
La geometria è rigorosa, il design degli arredi essenziale, ma l’utilizzo del legno riscalda gli ambienti. Tanto legno, materiale caro a De Lucchi da sempre: <<Bisognerebbe saper camminare con le mani e la testa in giù per poter godere della meraviglia dei pavimenti in legno, quelli dove il legno si sente in tutta la sua naturale matericità, questa polpa morbida agli occhi, resistente all’uso, calda sulla pelle>>, dice De Lucchi. Raffinato nella sua essenzialità anche il tableware.
Nella sua sobria eleganza, Luminist è un rifugio sicuro nel via vai chiassoso di via Toledo, una parentesi di bellezza nell’avanzata di insegne street food.
Ma veniamo all’offerta food&beverage. Il bar è aperto dalle ore 8.30, la selezione del caffè è stata curata insieme a Lavazza 1895: non c’è solo il classico espresso, ma una carta più ampia, dedicata a miscele e diverse tipologie di estrazione: la moka, l’infusione con il chemex per un approccio più slow. Croissant, biscotti e tutta la Pasticceria portano la firma di Armando Palmieri, pastry chef napoletano e giramondo, tornato a casa dopo anni trascorsi tra nord Europa, Londra, un po’ di Asia e Canada. I croissant, 90 % di burro di Normandia vengono fatti tutti i giorni e serviti caldi con a parte la farcitura da aggiungere a piacere. Molto ampia la proposta per la prima colazione, sia dolce che salata, partenopea e internazionale. Con una carta solo per le uova.
Il pranzo è servito dalle ore 12, la carta cambia ogni due settimane. I piatti? Tradizione campana alla maniera di Iannotti, tra rigore e contemporaneità: Pasta e patate, moscardini alla Luciana, candele spezzate al ragù, ziti alla genovese. Ma anche qualche combinazione più fusion e cosmopolita, come i piatti di crudo, il club sandwich e la Caesar salad. Sull’aperitivo serale c’è da migliorare, da sincronizzare il servizio al tavolo dei drink e i finger dalla cucina. I mixologist al banco sono di tutto rispetto, la proposta cocktail anche: tra signature e grandi classici, con uno spazio ampio dedicato al Negroni. Manca un drysnack di accompagnamento. I prezzi sono più che abbordabili: 10 euro per la pasta e patate, 18 per il Club sandwich. L’espresso 1 euro e 80 centesimi. 10 euro i cocktail.
Luminist è solo il primo tassello di un progetto molto più ampio: a gennaio Iannotti aprirà il fine dining all’ultimo piano dell’edificio, si chiamerà 177 Toledo come il numero civico, e il cocktail bar in terrazza. Il mood? Uno speakeasy ma con terrazza dalla vista superba.
Ps Sono stata a Luminist tre volte, prima di scriverne. Tra le prime il 22 ottobre, poi di nuovo il 30 novembre a pranzo e il 2 dicembre per il vernissage della mostra su Artemisia Gentileschi (che vale una visita. Fino al 19 marzo 2023). È un bel progetto ambizioso ed ancora in itinere, impegnativo in una città che premia e distrugge al tempo stesso. Tra caffè e bistrot si contano 16 persone. E siamo solo all’inizio.
Luminist è aperto dal martedì alla domenica, dalle 8.30 alle 23.00.
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