Ho aggiornato il contenuto della pagina il 8 Maggio 2025

Che bello il Chianti, le dolci colline che mio padre, toscano, tanto amava e che con lui ho conosciuto quando ero bambina. Ci sono tornata dopo anni, per il compleanno di un amico caro, e in una casa meravigliosa, il Casino di Sala di Arnaldo e Claudia a Panzano. Una casa in pietra, accoccolata tra le vigne, a quasi 600 metri di quota, spalancata sulla Conca d’oro.


Dentro tutto il fascino e il calore delle case amate e vissute, quelle piene di libri e ricordi, di cose belle e vere: un grande camino di pietra, i pavimenti in cotto e le travi al soffitto, tappeti e luci dorate di abat-jour, un lungo fratino in legno massello per riunire a tavola la famiglia e gli amici, le porcellane belle di una volta e tanti oggetti trovati in giro tra i rigattieri della zona. Fuori  filari di vite e boschi a perdita d’occhio, tramonti infuocati e notti stellate. Un incanto. 


Dal 2004, Arnaldo e Claudia si sono reinventati agricoltori, per caso e per amore. La loro è una storia che emoziona. Si ritrovano nell’autunno delle loro vite, entrambi vedovi, ma con tanta voglia di vivere e sognare ancora. Galeotto è il Chianti, comprano un podere e ristrutturano quello che è un vecchio insediamento colonico appena fuori Panzano. Alle spalle della casa c’è una piccola vigna, un ettaro circa di sangiovese esposto a sud. E c’è un uliveto abbandonato da tempo, di oltre mille piante, a cui Claudia presto si dedica con tenacia.

Arnaldo si occupa della vigna, la prima vendemmia arriva nel 2014. È un primo esperimento, l’anno dopo il vino del Casino di Sala prende la sua identità: si chiama Tatanni. Un Sangiovese in purezza fermentato in acciaio, affinato per 12 mesi in botti di rovere francese e per un altro anno in cemento. Il nome è quasi un gioco, Arnaldo e Claudia sono Tatanno e Tatanna per il figlio piccolo di una coppia di amici. Nel tempo per tutti sono i Tatanni. Il wine maker è un amico di famiglia, Giampaolo Motta, il vigneron di Tenuta La Massa, un outsider nel Chianti. Ed è nella sua cantina di Panzano che nasce questo rosso elegante, morbido al palato e dal bel colore rubino. L’immagine in etichetta è la tiara gioiello di San Gennaro, Arnaldo e Claudia sono napoletani e per il santo patrono hanno una particolare simpatia: il busto del santo è un po’ dappertutto, tra i libri, sulla mensola del grande camino e anche nell’edicola votiva sulla stradina bianca all’ingresso della tenuta.
Claudia intanto si dedica all’uliveto, studia e impara. Il suo extravergine, L’Oro dei Tatanni, conquista medaglie e attestati di merito, nel 2018 vince il Leone d’oro dei piccoli produttori. Una grande gioia, il riconoscimento a tanto impegno e passione.

Intorno alla casa padronale, ci sono altri volumi in pietra, forse vecchie rimesse agricole, che Arnaldo e Claudia hanno ristrutturato e arredato con garbo per ospitare gli amici e gli amici degli amici. Sono ospiti eccezionali, prodighi di consigli e dritte sul territorio. E sono felici di condividere il loro sogno, davanti a un calice di Tatanni.