Ho aggiornato il contenuto della pagina il 1 Giugno 2024
Sono tornata al Fiordo di Crapolla. La prima volta fu il 30 dicembre del 2018, sotto un cielo plumbeo, con Nina. Ci sono tornata con il sole e il cielo blu, nella piena fioritura di maggio. Un incanto di colori: cespugli di euforbia, ginestre odorose, campanule rosa e una rigogliosa macchia di primavera.
Crapolla è un gioiello nascosto lungo la costa meridionale della penisola sorrentina. Il sentiero parte da Torca, frazione di Massa Lubrense, per la precisione da via Nula, nei pressi della piccola piazza San Tommaso Apostolo.
Il tracciato è di circa 5 km, una prima parte si snoda nel verde e segue il corso del rivo Larito. Dopo circa mezz’ora di cammino, si arriva a un belvedere, da qui inizia l’antica mulattiera e i 700 gradini in pietra calcarea che conducono sino al mare, un tempo percorsi da monaci e pescatori.
È una passeggiata mozza fiato, per la bellezza degli scorci e per la risalita. Il dislivello totale è di 375 metri. Un’ora per scendere e quasi due per risalire. La vista delle isole de Li Galli, della piccola Isca e di Vetara accompagnano il passo che serpeggia nel folto di una macchia mediterranea dove riconosco mirto, olivastri e lentisco.
Poco prima di arrivare alla spiaggia di ciottoli, sulla destra c’è la piccola cappella votiva di San Pietro, edificata con fusti di colonne e base marmoree di scavo. Un tempo, le fonti riportano di un’abbazia benedettina. È un luogo meditativo, di devozione popolare come attestano i numerosi ex voto. C’è una panchina che invita alla sosta.
Si prosegue verso il mare, ancora gradini, fino al fiordo che si apre ai piedi di uno strapiombo vertiginoso. Si conserva intatto l’antico insediamento dei pescatori, con i magazzini per le barche, i monazeni, in parte ricavati nella roccia. Ma c’è dell’altro: porzioni di mura romane, tracce di una Villa Marittima di epoca augustea che aveva cisterne e ninfei anche sull’isolotto di Isca, a duecento metri dalla costa.
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