Ho aggiornato il contenuto della pagina il 26 Marzo 2023

È un percorso tra costa e mare, tra pareti di tufo giallo e macchia mediterranea. Ma a rendere speciale questo sentiero è la vista costante sul Faro di Capo Miseno, il faro dei Campi Flegrei, sull’estrema propaggine nord del golfo di Pozzuoli.

Siamo nel Comune di Bacoli, il percorso esiste da secoli, ma è stato ripulito e reso fruibile al grande pubblico da poco. Inizia nel piazzale del Faro che si raggiunge a piedi dopo aver oltrepassato il piccolo tunnel che c’è alla fine di via Faro (oltre il tunnel un cartello avvisa “Strada a traffico limitato”).
L’auto si può lasciare nello slargo sulla destra prima del tunnel, se c’è posto, oppure nei parcheggi prima dell’inizio di via Faro, nei pressi della spiaggia.

Dal piazzale del faro, guardando il mare, sulla destra c’è il Faro (un cancello e una serie di cartelli avvisano che è zona militare invalicabile); sulla sinistra c’è l’inizio del sentiero.
Il percorso è in salita, per il primo tratto è a gradonate ampie. La pendenza diminuisce con l’incedere e via via che si sale il panorama che si apre sulla sinistra si dilata: lo sperone roccioso con il Faro bianco appare in basso, sullo sfondo ecco l’isola di Procida e la Terra murata con la mole severa dell’ex carcere borbonico. 

Il sentiero è lastricato, muretti di tufo e cespugli di ginestre, elicrisio, finocchio selvatico, ma anche olivastri e conifere basse. Alla fine della salita il sentiero si biforca: nel folto di una vegetazione rigogliosa, immediatamente sulla destra, si apre un corridoio strettissimo che si inoltra in un fitto canneto. Sulla sinistra invece la strada procede in discesa, si apre su una balconata a strapiombo sulla Dragonara: banchi di tufo e un mare color smeraldo. In fondo si vedono le lunghe spiagge di Miseno, fino a Miliscola e alla meraviglia nascosta di Acqua Morta.

Il mio suggerimento è di percorrere prima lo stretto sentiero nel canneto, ad un certo punto, dopo aver oltrepassato il rudere di una garitta militare in mattoncini, si apre uno scorcio mozzafiato: scogliera, mare e il Faro bianco. Siamo a circa 164 metri sul livello del mare.

Viene voglia di sedersi qui e perdersi in tanta bellezza.

Tornando sugli stessi passi, si torna al bivio e si procede imboccando la discesa che prosegue sull’altro versante del promontorio. Da qui la vista si apre su Bacoli, Punta Pennata, e in lontananza tutto il golfo di Pozzuoli. La discesa conduce al Cedrangolo, ristorante agriturismo (bella posizione, giardino e terrazza panoramica e menu fisso di mare da 60 euro per persona), e prosegue sempre in discesa, abbastanza ripida, fino a giungere all’inizio del tunnel di via Faro.

In questo modo avrete percorso il sentiero ad anello. Ma forse è più bello tornare indietro e rifare lo stesso sentiero fino al piazzale del Faro.

A proposito del Faro…

Risale agli inizi dell’Ottocento, fu costruito per guidare i naviganti nel canale di Procida. Nel 1910 passò dal Servizio Fari alla sovrintendenza della Marina Regia per un decreto del re Vittorio Emanuele III. Durante la seconda guerra mondiale il faro fu bombardato dai tedeschi e ricostruito nel 1948. È bianco, la torre lanterna si eleva du un edificio a due piani. A guardarlo dal mare, appare proprio sul ciglio di una parete tufacea verticale alta 65 metri.
Notizie sul percorso: è facile, ma in salita. Si impiega circa un’ora considerando le soste fotografiche. Scarpe comode da passeggiata.