Ho aggiornato il contenuto della pagina il 12 Ottobre 2020

I sogni bisogna tirarli fuori dal cassetto. Ci vuole un po’ di coraggio, un pizzico di follia e una buona dose di determinazione. Specie se il tuo sogno vuoi realizzarlo in Irpinia, terra antica, bellissima, ma anche troppo a lungo trascurata.

A Guardia Lombardi, nell’Alta Irpinia, Angelo Nudo ha dato corpo al suo sogno: fare formaggi di altissima qualità. Nel territorio della Valle d’Ansanto e della Mefite, che il poeta Virgilio raccontò come luogo ancestrale e sinistro “con oscure selve, e tra le selve un fiume che per gran sassi rumoreggia e cade, e sì rode le ripe e le scoscende, che fa spelonca orribile e vorago”, nel 2015 Angelo ha fondato la sua azienda agricola che ha chiamato Carmasciando e con la quale alleva produce e affina formaggi controllando tutta la filiera.

Su circa sei ettari pascolano 450 pecore che brucano erbe spontanee ricche di minerali per le esalazioni sulfuree che caratterizzano tutta questa zona dell’Appennino campano. La leggendaria Mefite di Rocca San Felice è infatti una sorta di lago fangoso alimentato da pozze solforose, che ribolle per le emissioni del sottosuolo. Un luogo che appare cupo e selvaggio e su cui anche la segnaletica mette in guardia sul pericolo di avvicinarsi.

La Mefite (photo courtesy Carmasciando)

Da questi pascoli arriva però un latte unico che da decenni dà vita ad un formaggio raro e di antica tradizione, il Pecorino di Carmasciano, un tempo prodotto solo da poche famiglie locali per il proprio fabbisogno. È un  pecorino dalle note olfattive molto intense e dai sentori complessi che raggiunge la sua espressione migliore con 12 mesi di stagionatura. Il latte crudo viene riscaldato a circa 36-40 gradi – un tempo nel “caccavo” una caldaia di rame – e coagulato con caglio di agnello o capretto prodotto artigianalmente.  La cagliata si rompe fino ad ottenere dei granuli della dimensione di un chicco di riso e si lascia depositare sul fondo. Poi si lavora la pasta con le mani, si sistema nella fuscella dove viene lasciata a riposare per circa 48 ore. Le forme vengono quindi scottate nel siero caldo, sfregate con sale e, dopo dieci giorni, spennellate con olio d’oliva, vino bianco e aceto.

Un sapere antico, tramandato negli anni e che Angelo Nudo ha messo al centro del suo progetto. Ma non solo. Oltre alla produzione del pecorino di Carmasciano, nel caseificio all’interno dell’azienda, vengono lavorati a mano altri prodotti caseari. All’affinamento viene dedicata una particolare cura utilizzando profumi tipici dell’Irpinia: erbe selvatiche, sottobosco, frutta secca, funghi e tartufi che offrono esperienze organolettiche armoniche e stimolanti.

L’azienda si può visitare e merita il viaggio, magari con sosta all’Abbazia del Goleto e al vicino paesino di Rocca San Felice (su DOVE di ottobre trovate l’itinerario che suggerisco).

Un’occasione per approfondire gusto e conoscenze della produzione Carmasciando la offre anche la cantina dei Feudi di San Gregorio (Leggi anche qui) – Carmasciando è un progetto che nasce con i Feudi di San Gregorio: fino a dicembre Angelo Nudo guiderà gli ospiti due volte a settimana in un percorso di degustazione. Sono già in calendario le date dei prossimi mesi: 10 e 25 Ottobre, 11 e 22 Novembre, 6 e 18 Dicembre, ad ogni modo i formaggi saranno sempre disponibili in degustazione e in vendita presso l’Enoteca interna di Feudi di San Gregorio.

Per info e prenotazioni: Tel. 0825/986675 – Email: prenota@feudi.it