Ho aggiornato il contenuto della pagina il 25 Gennaio 2022

Un cuscino per riscatto, anzi mille cuscini. Colorati, festosi, fatti a mano. Uno per uno. È la storia di Paboy, africano del Gambia, arrivato in Italia con un barcone, di quelli che solcano il Mediterrano carichi di paura e speranza.

Paboy Bojang ha 28 anni, da otto è in Italia, a Napoli. Ed è un artigiano, uno stilista, una storia bella che scalda il cuore.

Con il suo marchio In Casa by Paboy produce cuscini per la casa. Sono cuciti a mano, in cotone, velluto, ciniglia. Coloratissimi, “come gli abiti delle donne del Gambia nei giorni di festa”, racconta. Hanno rouches allegre o passamanerie. E un segno distintivo che è un po’ la cifra di Paboy: la zip rossa al centro del cuscino. Un vezzo, che è diventata firma.

Tutto è iniziato per caso nei giorni infiniti del lockdown da pandemia. A Paboy era scaduto il permesso di soggiorno, aveva perso il lavoro come artigiano presso l’antica Fabbrica Stingo. Tutto sembrava fermo e invece è stato il suo nuovo inizio.

Un’amica, una giovane donna inglese, Sophia Seymour, giornalista del The Guardian, a Napoli da qualche anno, lo ha spronato a cucire i primi cuscini con scampoli di stoffa vintage (Paboy ha imparato da ragazzino a cucire nella sartoria di uno zio in Gambia); li ha poi ha fotografati e pubblicati su Instagram. E niente è stato più come prima. In quei giorni grigi di pandemia, i colori di Paboy hanno fatto breccia nei cuori e nelle case delle persone, e sono fioccati online i primi ordini dagli Usa, dal Regno Unito e da Milano. Tra i primi a notarlo è stato Paul Smith.

Nel giro di un anno, e con il contributo spontaneo di tanti – amici, fotografi e social media manager – è nata la piccola impresa di Paboy: due stanzette in un palazzo di via Broggia, tre macchine da cucine e due migranti assunti – Ebraim dal Gambia e Blessed dalla Nigeria – come dipendenti con regolare contratto. Ogni giorno dalle loro mani nascono sedici cuscini. In questi giorni c’è una collezione natalizia in rosso e verde abete e una capsule collection per la tavola: tovagliette e runner.

Paboy crea gli abbinamenti, i patchwork di colori e tessuti. Blessed e Ebraim tagliano e cuciono. A loro, nel team, si è aggiunta Maria Francesca Capozzi, 27 anni, napoletana, responsabile del brand e addetta a tutte le relazioni.

Il Financial Times, The Guardian hanno raccontato la sua storia. Vogue Italia gli ha dedicato una pagina. Paboy, migrante africano, sbarcato a Lampedusa nel 2015, fa tendenza. Su Instagram ha già oltre 16mila follower. Ma soprattutto ha un sogno nel cassetto: vedere crescere la propria piccola impresa, assumere altri ragazzi africani, dare un futuro ad altri migranti.

per contatti: In casa by Paboy