Ho aggiornato il contenuto della pagina il 30 Settembre 2022

Una casa colonica imbiancata a calce, tre ettari di terra e muri a secco tutt’intorno: Patoinos è la piccola e unica azienda vinicola sull’isola di Patmos, l’isola dell’Apocalisse di San Giovanni.

Un progetto che nasce circa dieci anni fa con Josef Zisyadis, cittadino svizzero di origini greche, per riportare in vita l’antica tradizione vitivinicola dell’isola. Da Patmos partivano navi cariche di vino dirette in Egitto ed oggi i tanti terrazzamenti che disegnano i crinali brulli dell’isola sono una testimonianza evidente di un florido passato agricolo.

Patoinos è nel versante meridionale di Patmos, nella baia di Petra, a pochi chilometri dal villaggio di Grikos. Non è difficile trovarla, è ben segnalata.

Ad aprire il cancello della tenuta è Federico Garzelli. È il giovane enologo italiano, di Torino, che si occupa di Patoinos insieme alla sua compagna, Eirini Daouka, greca di Salonicco. Sono approdati a Patmos nel marzo del 2021 e hanno fatto di Patoinos la loro casa, il loro progetto di vita. Lei è agronoma, lui enologo con il pallino dei vini di frontiera (prima di arrivare a Patmos, ha lavorato in Alto Adige cimentandosi con le vigne di montagna).

Credono in un’agricoltura naturale, biodinamica, sostenibile. La chiamano “agro-ecologia”. Hanno messo su anche una banca dei semi delle piante di Patmos. L’impegno è preservare le biodiversità e l’ecosistema dell’isola.

Oltre all’olio e al vino, raccolgono mandorle, melograni, fichi, gelsi. Hanno un orto e un giardino di essenze aromatiche. Patoinos fa parte della rete Slow Food.

Dei tre ettari che compongono il “Domaine de l’Apocalypse” – così si legge accanto al nome Patoinos -, due sono a vigneto e uno a uliveto. I vitigni coltivati sono l’Assyrtiko a bacca bianca, una varietà tipica dell’isola di Santorini, e il Mavrothiri, vitigno tradizionale dell’Egeo a bacca rossa. L’Assyrtiko è coltivato in due particelle distinte e distanti pochi metri, ma diverse per esposizione e suolo.

Le vigne sono allevate ad alberello basso per resistere ai venti da nord. Ogni intervento è ridotto all’essenziale. Nessuna chimica. Le galline di casa razzolano libere tra i vigneti per nove mesi all’anno favorendo la fertilizzazione del terreno e la gestione degli insetti.

Si vendemmia ad agosto, a mano. La vinificazione, solo in tini di acciaio, avviene nella cantina costruita a nord, nel villaggio di Vagia.

La casa, nella tipica architettura locale, è immersa nel verde, tra cipressi, carrubi, alberi di fico, melograni, mandorli, gelsi e querce. Il patio in pietra si affaccia sulle vigne e guarda la Chora con le sue case bianche a grappolo e in cima il monastero grigio di San Giovanni Teologo.

Botti, sedie di legno impagliate e tavoli di legno per la degustazione: Federico racconta i tre vini della casa. Oltre al bianco Assyrtiko, vino fresco ed elegante, minerale e sapido al palato, e al rosso Mavrothiri, c’è l’Orange, il vino che piace, di facile beva, “funky” lo definisce Federico. Un tagliere di formaggi locali, olive della tenuta, fichi appena colti e grissini accompagna la degustazione.

La casa è da visitare, sono stati ristrutturati i locali con le vasche in pietra dove un tempo si raccoglievano e pigiavano le uve. Ci sono attrezzi agricoli esposti, una piccola biblioteca e i prodotti dell’azienda in vendita: i vini, l’olio, ma anche i saponi naturali che fa Eirini, le tisane, le marmellate.

per altre info su Patoinos, clicca qui.

A proposito di Patmos leggi anche qui le mie 10 tips sull’isola