Ho aggiornato il contenuto della pagina il 17 Novembre 2023

Aveva ragione Kafka, “Praga non ti lascia, ha degli artigli”. Si insinua nei pensieri, nell’anima. Da quando sono rientrata mi torna in mente, mi ronza nel retrobottega del quotidiano. E così ho deciso di scrivere qualcosa. Sono appunti sparsi, più o meno utili per chi decide di mettersi in viaggio.

Quando andare. L’autunno è davvero magico lungo la Moldava. Le colline che circondano la città sono ammantate di colori incredibili per il foliage. L’autunno sembra fatto per Praga e Praga sembra fatta per l’autunno. Certo, a Dicembre ci saranno i mercatini del Natale, forse la neve, le luci delle feste, la messa nella Cattedrale e profumi di cannella e pan di zenzero. Chi la conosce vi dirà anche che la primavera è la stagione migliore, via dalla pazza folla dell’estate.


Dove dormire. Io sono stata al Laurel di NUMA Group, la piattaforma di ospitalità digitale leader in Europa che avevo già testato a Siviglia. Edificio di fine Ottocento, bella architettura Art Nouveau e portone spettacolare. Le 12 camere sono distribuite su 5 piani (bella la scala!) e hanno interni di un caldo design contemporaneo. Pavimenti in legno, letti king size, free wi-fi, kit per caffè, tè e tisane. La prima colazione non è inclusa nel prezzo e per policy di sostenibilità ambientale, per i soggiorni brevi, non sono previsti il cambio biancheria e la pulizia della camera, ma sono on demand. Non c’è concierge, check in e check out sono digitali. Molto comodo per la posizione: a cinque minuti a piedi c’è la Piazza dell’Orologio astronomico (tappa obbligata, ma andateci al mattino presto per dribblare i grupponi turistici. Occhio, ogni cambio d’ora si aprono le finestre dell’Orologio e si muovono dei personaggi); a meno di dieci minuti c’è la Casa Municipale, capolavoro di Art Nouveau, con bar e caffetteria per la prima colazione.


L’Art Nouveau e Alfonse Mucha. La chiamano “la città delle cento torri”, per le guglie gotiche che si vedono da lontano. Anche il barocco e il rococò raggiungono qui espressioni imponenti. Ma Praga è soprattutto la capitale dell’Art Nouveau dell’Europa orientale (che i cechi chiamano Secese). Le facciate dei palazzi incantano per i disegni sinuosi, i dipinti e le sculture, le pensiline in ferro battuto, i vetri decorati. È tutto un fiorire di motivi vegetali, intrecci, ghirlande di fiori, foglie e poi figure femminili di una leggerezza sensuale, capelli fluenti, acconciature preziose, veli ed organze. Ed è Alfonse Mucha (1860-1939), l’interprete sublime di questa stagione tanto da far parlare di Stile Mucha. Pittore, grafico, decoratore, antesignano dell’illustrazione pubblicitaria. Googlate per saperne di più. Qui vi dico che vale la pena visitare il Museo a lui dedicato e andare a caccia di suoi lavori in giro per la città. La Praga Liberty la trovate alla Casa Municipale (al piano terra fermatevi al caffè o al ristorante), alla Stazione Centrale con il Caffè Fanta, al ponte Čech e in tanti alberghi.

La birreria storica. È nascosta, lontana dai circuiti più turistici. Ultimo baluardo delle birrerie di una volta. Si chiama la Locanda del Bue nero (U Černého vola) e si trova in piazza Loretánské náměstí, (a pochi passi dal Castello di Praga) in un palazzo storico dalla splendida facciata. Dentro, due sale semplici con robuste travi di castagno al soffitto, stemmi e scritte in ceco alle pareti, panche e tavoli di legno da condividere. Vi troverete solo cechi di tutte le età, uomini e donne, studenti e più attempati signori. È un salto nella più autentica atmosfera locale. La birra servita è la Velkopopovický Kozel, va giù che è una meraviglia. Il menu è essenziale: salsicce, wurstel, patate, pane di segale e una senape buonissima. È aperta sia a pranzo che a cena e si spende poco.



Per mangiare stinco di maiale, anatra arrosto e gulasch, i piatti più tradizionali, li trovate fatti bene e in portate abbondanti da Kolkovna V Kolkovně, ristorante e birreria old style, molto frequentata dai cechi, in pieno centro. Meglio prenotare.

Malá Strana è il quartiere storico sulla riva sinistra del fiume Moldava. Ci si arriva oltrepassando il Ponte Carlo. Non c’è un itinerario specifico, qui l’imperativo è vagare, perdersi tra le stradine e le scalinate, alzare lo sguardo per vedere le facciate decorate dei palazzi, infilarsi in botteghe e negozietti per curiosare. Troverete un piccolo fioraio, il negozio delle marionette (al civico 51) ed ancora Antikvariát u Zlaté číše, una libreria antiquaria ricolma di libri introvabili, vecchi e rari, di exlibris, cartoline e manifesti d’epoca. È in via Nerudova 16.
Via Nerudova è la strada simbolo del quartiere con le case che sembrano balzate fuori da un libro di fiabe.  Prende il nome dal poeta ceco Jan Neruda che non ha nulla a che vedere con il più famoso Pablo Neruda, anzi fu proprio il poeta cileno a ispirarsi a lui per il proprio pseudonimo.  I palazzi conservano le antiche numerazioni, ma soprattutto le insegne che in origine – prima dei numeri civici – distinguevano le case: si diceva la casa al gatto, la casa ai tre violini, al leone nero, al gambero verde. Alzate lo sguardo!

La biblioteca del Monastero di Strahov. In collina, lontano dalle affollate vie del centro, il Monastero di Strahov custodisce una una delle biblioteche storiche più preziose e meglio conservate. La collezione di 200.000 volumi, di cui 3000 sono manoscritti, è distribuita in due sale: la più antica è la Sala Teologica con spettacolare soffitto barocco, datata 1671- 74. La Sala Filosofica risale al 1792 e sorprende per l’altezza (due piani dell’edificio), il soffitto a volta affrescato, le scaffalature in legno che ricoprono tutte le pareti. Il corridoio che precede le due sale è un Cabinet delle meraviglie e raccoglie curiosità e mirabilia dal mondo: animali imbalsamati, uova di struzzo, scheletri di pescecani, carte geografiche e mappamondi.

La collina di Petřín – https://www.praga.info/cosa-vedere-praga/collina-di-petrin/. È la collina che domina la città, quella dove c’è una sorta di piccola Torre Eiffel. È  sull’altra sponda del fiume. Si arriva a piedi o con la piccola funicolare con corse ogni 15 minuti. Petrin è il parco dei locals. I praghesi ci vengono a passeggiare, a fare picnic sull’erba. Si cammina tra viali alberati, prati e alberi monumentali. In cima ci sono un Osservatorio astronomico, un caffè con tavolini e la Torre Belvedere. Alla Torre si può accedere, ma io ho preferito perdermi in un meraviglioso foliage.  

Poi ci sono il quartiere ebraico, il Castello che è una cittadina a sè, i bellissimi Giardini Reali, l’Orologio astronomico, la Cattedrale e il Ponte Carlo, la biblioteca del Clementinum, il Bambin Gesù prodigioso e tanto altro.